Dal 2 febbraio è disponibile "Believer", il primo album autoprodotto del duo Vale & the Varlet (composto da Valeria Sturba e Valentina Paggio). Il disco nasce in verità per gioco, registrato in una piccola cameretta, dove l’universo di idee che queste due ragazze nascondono nelle loro teste si concretizza in una semplice nota, o in un accordo un po’ stonato, dando così vita ad un progetto divertente, sincero e coinvolgente. Le canzoni appaiono spesso come il prodotto di uno scherzo: un suono abbozzato sulla tastiera oppure un rumore inserito nella loop station e prolungato per tutta la canzone. Il risultato finale è qualcosa di unico e originale. In esso troviamo pizzicati di chitarre, accordi di pianoforte, voci leggere, acuti altissimi e, addirittura, accenni di musica elettronica. La copertina di “Believer” si presenta come un collage di immagini, di suoni, di situazioni comuni perfettamente rappresentate all’interno delle canzoni: nel minimal pop della prima traccia “I forgot Belgium”, ci viene presentata una vita semplice, fatta di piccole abitudini (come salire le scale del proprio appartamento con le buste della spesa in mano), con altre canzoni come “Sunday Morning” o la stessa “Believer” sembra di addormentarsi in una trance caotica fatta di chitarre distorte e lunghi echi oppure con la tecnologica (ed inquietante) “Technomg” si viene trasportati in un mondo futuristico, fatto di robot e alieni. Insomma quest’album è un frullato di molti generi e atmosfere, composto da canzoni singolari, diverse l’una dall’altra e soprattutto difficilmente rintracciabili in altri progetti musicali. Un prodotto veramente fatto bene, coerente con sè stesso. Vale & the Varlet hanno fatto centro.
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