“Vogliamo portare in Europa i capolavori di Lucio”, intervista a Lino e la Settima Luna

Lino E La Settima Luna

Domani, 9 marzo, la band italo-svizzera LINO E LA SETTIMANA LUNA sarà in concerto al Teatro Santa Giulia di Brescia con "Venti di Lucio", lo spettacolo che da tempo riscuote successo in tutta Europa. Un vero e proprio omaggio a Lucio Dalla, un viaggio nella musica del grande cantautore bolognese. Sul palco la band sarà composta da: Tommy Tedesco (chitarre), Claudio Stefanizzi (tastiere), Roberto Castagnara (basso), Jost Müller (batteria), Gianni Salvioni e Lino (rispettivamente voce e chitarra; voce, pianoforte e fisarmonica). 

Abbiamo incontrato Gianni Salvioni e Lino per una chiacchierata alla vigilia della loro data bresciana:
 

 

Come nasce il progetto Lino e la Settima Luna?

Gianni Salvioni: Faccio il discografico, ho fondato la casa discografica Ermitage nata a Bologna nel 1988 ma ormai con sede a Parigi, dove risiedo, da alcuni anni e sono il produttore che ha prodotto molti lavori di Lucio Dalla negli ultimi 15 anni della sua vita. Quando Lucio è mancato stavo aspettandolo a Parigi ma il suo cuore si è fermato a Montreux; avendo lavorato con lui per anni ed avendo avuto un rapporto di profonda amicizia, conosco bene le sue canzoni e la sua vita. Sentivo questa missione di tenere viva l’arte di Lucio portando in Europa, nei Teatri, nei Festival, nei club la sua musica tenendola viva da Parigi ad Amburgo. Ne è venuto fuori uno spettacolo molto coinvolgente: canzoni, musica, magia e alcuni aneddoti sconosciuti ai più per due ore di spettacolo.

 

Il vostro spettacolo “Venti di Lucio” è un chiaro omaggio a Lucio Dalla. Quando avete deciso di dare vita a tutto questo?

Gianni Salvioni: Dopo la morte di Lucio ho passato un lungo periodo di smarrimento, mi sembrava incredibile poter pensare a un mondo senza di lui. Sentivo nello stesso tempo qualcosa che mi spingeva a continuare a tener un filo con lui e a continuare quanto si era interrotto nel suo ultimo tour: portare in Europa i suoi capolavori. Ho quindi costruito questo concerto con molto entusiasmo e i risultati mi stanno dando ragione perché le sue canzoni conquistano i cuori di tutti: capolavori come Caruso e altri hanno fatto il giro del mondo.
Lino: Si tratta di un concerto interamente dedicato alla musica di Lucio che propone 20 sue canzoni (qualcuna in più con i bis) tra le più diverse, comprese quelle che Dalla dal vivo non faceva da tanto tempo come "Il Cielo" o quelle scritte per altri come “Anima” o "Occhi di ragazza”.

 

Conoscevate Lucio? Vi è mai capitato di collaborare con lui?

Lino: Io purtroppo non l’ho mai conosciuto, Gianni, come diceva, ha lavorato con lui per molti anni.
Gianni Salvioni: Sì, come ti dicevo ho passato molti anni con lui dividendo lavoro e frequentazione a casa sua. Mia figlia Giorgia lo chiamava zio, lui le cantava “Georgia on my mind” e le spiegava i testi delle canzoni: un giorno alla domanda “Papà cosa sono le espressioni dialettali che Lucio dice nelle Rondini?” io non seppi rispondere e Lucio pronto le disse "Lo zio adesso te le spiega…”

 

State incantando club e teatri di tutta Europa, com’è la percezione di questo grande e indimenticabile artista al di fuori del nostro Paese?

Gianni Salvioni: All’estero abbiamo il sostegno degli Istituti Italiani di Cultura che ci promuovono: capita quindi che la presenza di italiani sia forte ai nostri concerti ma equamente divisa con il pubblico locale. Spesso un italiano porta un collega che so francese, tedesco…e alla fine anche chi non conosceva le canzoni di Lucio riamane rapito.
Lino: Mi impressiona sempre molto il fatto che pur non capendo le parole molti vengano poi in camerino a dirci che hanno recepito il senso della canzone. Poi ci sono i brani noti in altre lingue: "Caruso" in Francia è molto nota cantata in francese ma con il ritornello originale “Te voglio bene assaje…"

 

E in Italia? Il 3 marzo avete suonato a Bologna e il 9 suonerete a Brescia.

Gianni Salvioni: Sì, in verità suoniamo molto più all’estero che in Italia. Penso che se fossimo partiti dal nostro Paese avremmo avuto il rischio di confonderci con una tribute band da pub e non ci interessava. Ma non lo dico in senso dispregiativo, è solamente un altro mondo. Io ci tengo che chi viene a sentirci lo faccia appositamente e non “subendoci” come sottofondo. Meno concerti ma di qualità insomma. Oggi con il lavoro fatto all’estero siamo pronti per arrivare anche in Italia: il progetto è ben definito e tarato e siamo nella possibilità di dare a chi viene a sentire il concerto uno show vero, suonato, cantato e…raccontato. Io infatti racconto molti aneddoti anche sulla nascita delle canzoni.

 

Il vostro progetto ha avuto anche uno sbocco discografico…

Lino: Era inevitabile. Gianni è un produttore che ha venduto 2 milioni di dischi, ha la deformazione professionale. Abbiamo registrato il nostro live a Parigi e ci siamo accorti che manteneva la carica del concerto. Abbiamo poi realizzato una traccia in studio riarrangiando la celebre "Washington" di Lucio e la Forlane francese ci ha pubblicato il lavoro che è distribuito in digitale in tutti i modi, da Spotify a iTunes, Amazon, etc.

 

Altre idee prossime venture?

Gianni Salvioni e Lino: Faremo altre date un po’ in giro, ne abbiamo una in sospeso da tempo che vorremmo finalmente fare: quella di Londra. Poi un aggiornamento di look, una crescita di sito e pagine social per un tour invernale tutto italiano.

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