Con “Zero”, scritta Jacopo La Posta e arrangiata da Marco Germani, il collettivo The Things We Hide deposita, forse per la prima volta, qualche scheggia di luce sul suo pianeta buio – da sempre e perlopiù fatto di storie di gelosia, abuso, invidia, possesso e distacchi.
Il brano, una ballata ariosa e romantica (pur se non priva della malinconia e delle ombre tipiche della cifra stilistica della band), è infatti la più semplice delle dichiarazioni d’amore, ben diversa dalle dolorose separazioni che i The Things We Hide sono più abituati a raccontare.
Tutto ruota attorno alla voce di Anna Campisi, che dopo il suo lead nella cupa “Opposite side of love” ritorna solista con un’interpretazione precisa e appassionata, dal primo all’ultimo verso.
Intrecci di chitarre, basso e tastiere tessono la seta di cui la canzone è fatta, sostenute da una batteria a tratti audace e da cori consistenti (altro tratto distintivo degli arrangiamenti del gruppo).
La breve storia che “Zero” racconta offre anche all’ascoltatore il conforto di uno sguardo presente, di un orecchio pronto, di una mano tesa; anche senza le altalene sonore e i passaggi progressive che caratterizzano altri lavori dei The Things We Hide, colpisce precisa il bersaglio e apre la strada a nuovi capitoli musicali – ancora da scoprire, proprio come quei misteri che il suo ritornello, più volte, ci invita a riconoscere.
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/65Geqn9f800MaPF7spf3Qf
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